Tombe dei Tirannicidi 598 A-B, 608, 609



PARTENIO DI NICEA (72 a.C. - 14 d.C.)

"Amori infelici". (Erotikà patèmata).


VII, IPPARINO.
"(Ne parla Fania di Ereso)
Ad Eraclea, in Italia, Antileon s'innamorò di un giovanetto di eccezionale bellezza e di illustre famiglia, di nome Ipparino. Ma, per quanto avesse macchinato, non era riuscito in alcun modo a legarlo a sé; sicché, appostato il ragazzo che soleva passare molto tempo nelle palestre, gli disse che aveva tanto desiderio di lui da essere capace di sopportare qualsiasi sofferenza e che qualsiasi cosa gli avesse ordinato, non avrebbe mancato di realizzarla. (2) Il ragazzo gli ordinò allora in tono beffardo di portar giù da un luogo fortificato, che era molto sorvegliato per conto del tiranno degli Eracleoti, il sonaglio d'allarme, convinto che non avrebbe mai potuto portare a termine tale impresa. (3) Antileon, entrato furtivamente nel castello e tesa un'imboscata alla sentinella dell'allarme, la uccise e, compiuta l'mpresa, se ne tornò dal fanciullo che lo accolse con molto favore: da quel momento si amarono moltissimo. (4) Ma poichè pure il tiranno era attratto dalla bellezza del ragazzo ed era uomo capace di prenderlo anche con la forza, Antileon, dato che per lui questo era intolllerabile, raccomandò al ragazzo di non correre il pericolo di rifiutarsi e lui, invece, assalito il tiranno mentre usciva di casa, lo uccise. (5) Fatto questo, fuggì di corsa e sarebbe riuscito a salvarsi se, incappato in un gregge di pecore legate tra loro, non fosse stato catturato. Perciò, quando la città tornò all'antico ordinamento, gli Eracleoti fecero collocare una statua di bronzo per entrambi e fu approvata una legge che vietava per il futuro di condurre le pecore legate tra loro".

Partenio di Nicea: "Amori infelici". Trad. Gianni Schilardi, Lecce. 1993